La storia del finanziamento pubblico ai partiti in italia è lunga e travagliata.
Inizia nel 1974 con la legge 195, o legge Piccoli, in cui si stabilisce che i partiti dovessero ricevere un finanziamento per "per l'esercizio delle loro funzioni", per "l'attività propedeutica dei relativi partiti" e per la loro attività "elettorale".
Nel 1978 un primo referendum che raggiunge il quorum (81,2% degli elettori) ma in cui il no vince, mantenendo in piedi la norma visto che si tratta di un referendum abrogativo.
Vengono effettuate molte modifiche tra cui, una delle più "carine", è il radoppio delle cifre introdotte nel 1981 con la legge 659.
Nel 1993 un altro referendum sancisce la volontà degli italiani di non finanziare più i partiti con soldi pubblici. Il SI all'abrogazione della norma raggiunge il 90% dei votanti più spiccioli, cioè 31 milioni di voti praticamente mezza italia.
Da allora, con la legge, 515 del 1993 si introduce il cosidetto contributo per le spese elettorali.
Nel 1997 a questo finanziamento "costante" si aggiunge una quota variabile, cioè la possibilità di donare il 4 per mille della dichiarazione dei redditi senza però poter indicare un partito in genere (per cui Don Peppone ha contribuito al PCI e Camillo ha versato soldini alla DC giusto per citare due partiti defunti e due figure piuttosto note).
Altro referendum, nel 2000, che non raggiunge il quorum.
Nel 2006 si abbassa dal 4% all'1% la percentuale di voti necessaria per ricevere questi rimborsi.
Arriviamo al 2013 prima che si pensi di abolirli con una legge che gradatamente, sia mai che siano a secco tutti in un colpo solo, chiuda questa emorragia di denaro pubblico
Le cifre fanno paura, si parla di centinaia di milioni per i partiti più in voga alle ultime elezioni (PDL e PD) fino ai 224.020 della lista meno "finanziata".
A questi soldi si sommano i cosidetti finanziamenti per i giornali di partito per un complessivo di altri 30.000 di €.
Alcune cifre parlano di circa 2.7 Miliardi di €uro dal 94 ad oggi. Per capirci la manovra finanziaria del 2011 è stata di 2 Milardi di €uro.
Le domande che i cittadini si fanno sono più o meno sintetizzate nella disaffezione del popolo alla classe politica senza colori o bandiere.
Si è visto come qualsiasi uomo che potesse mettere mano alla cassa dei partiti iniziasse a spendere, e farsi rimborsare, di tutto dalle mutande ai gratta e vinci.
Il tutto senza violare una sola legge; perchè non dimentichiamoci che, a parte i casi ecclatanti in cui venivano sottratte le cifre ai partiti, non era (ed è ancora) illegale per un segretario di partito giustificare le spese per la tintoria come spese sostenute per il partito.
Il problema sta li, siamo un paese in cui abbiamo reso legalizzato fregare il popolo...ma la cosa peggiore è che ci sono voluti quasi 40 anni prima che ce ne accorgessimo. Italiani poeti, santi e babbaloni.

Nessun commento:
Posta un commento